Il contrasto - Tre livelli d'analisi

Di - Aggiornato al 18 Aprile 2012

Breve premessa

Che cos’è il contrasto? In parole povere non è altro che la differenza di luminosità tra ombre e luci.

In questo articolo intendo spiegare la differenza che esiste fra tre concetti che si basano su questa definizione e che approfondirò a livello pratico (tecniche di postproduzione) nei tre articoli che trovate a fine pagina.

Chi fosse interessato soltanto ad imparare le varie tecniche di postproduzione, può leggersi direttamente i tre articoli a fondo pagina; in questo articolo invece il contenuto è più che altro teorico e ai più potrebbe non interessare. Nonostante ciò, ne consiglio vivamente la lettura perché andrò a dare una spiegazione chiara e sintetica di tre concetti che molto spesso vengono confusi (con conseguente inefficacia nella postproduzione) senza dilungarmi in inutili tecnicismi.

Inoltre, conoscere le differenze fra le tre proprietà consente di capire immediatamente come agire al meglio su una fotografia.

I tre concetti

Andiamo quindi subito a vedere quali sono questi tre concetti di cui vi parlo dall’inizio dell’articolo:

  1. Il Macrocontrasto (o contrasto globale): è la differenza di luminosità tra chiari e scuri nell’intera immagine;
  2. Il Contrasto locale: come il contrasto totale, esprime una differenza di luminosità tra chiari e scuri, ma non nell’intera immagine, bensì in un’area più o meno estesa di quest’ultima;
  3. Il Microcontrasto: misura la differenza di luminosità tra le zone chiare e scure nei piccoli particolari dell’immagine.

1 - Il Macrocontrasto

Come detto, il macrocontrasto riguarda l’intera immagine. Agiscono sul macrocontrasto le tecniche più semplici e basilari di contrasto: in Photoshop sono curve, valori tonali (detti livelli nelle versioni precedenti a CS6) e lo strumento luminosità/contrasto. Il problema del macrocontrasto è che, si rischia di perdere il dettaglio nelle alte luci e nelle ombre in quanto vengono inevitabilmente avvicinate (e spesso raggiungono) rispettivamente i livelli di bianco e nero. Si può risolvere questo problema, come vedremo nell’articolo sul macrocontrasto, utilizzando in modo particolare le curve in modo da lavorare solo sui mezzitoni senza alterare i toni estremi.

Molte volte, però, l’immagine è di per sé già ben contrastata, ma nonostante ciò può apparire piatta. In questi casi può essere utile lavorare sul contrasto locale.

2 - Il Contrasto Locale

Il contrasto locale riguarda un’area dell’immagine. Ogni volta che applichiamo qualche regolazione del contrasto globale (curve, valori tonali, luminosità/contrasto) selettivamente solo su una parte della nostra immagine attraverso le maschere di contrasto, stiamo modificando il contrasto locale.

Vi sono anche funzioni di Photoshop che agiscono direttamente sul contrasto locale, senza bisogno di utilizzare le maschere di livello. Un esempio è la maschera di contrasto (unsharp mask), la quale ricerca i contorni presenti nell’immagine e contrasta un raggio di pixel da noi definito attorno ad essi (scurendo dalla parte del lato meno luminoso e schiarendo dalla parte di quello più luminoso). Questa tecnica quindi non andrà ad agire sul contrasto dell’intera immagine, ma preserverà da questa operazione le zone che non presentano bordi (per esempio un cielo senza nuvole).

3 - Il Microcontrasto

Nel momento in cui andiamo ad agire sul contrasto in prossimità dei bordi dell’immagine, in modo analogo a quanto spiegato nel paragrafo precedente, utilizzando però un raggio talmente basso che il contrasto della foto non cambia in modo significativo ma aumenta notevolmente la nitidezza percepita, allora stiamo lavorando sul microcontrasto, il quale serve principalmente per migliorare il livello di sharpness (nitidezza percepita). Con il microcontrasto, andiamo infatti a contrastare una piccolissima zona attorno ai bordi presenti nell’immagine e in questo modo i dettagli più piccoli diventano più evidenti e quindi più nitidi all’occhio umano.

Conclusioni

Molto spesso in una foto, andremo a lavorare su tutti e tre i livelli di contrasto. Non c’è una regola per sapere quando e su quale livello lavorare, ma il fotografo lo capirà osservando l’immagine e sperimentando. Conoscere la tecnica è però condizione necessaria per sapere quando applicarla, il resto arriverà con l’esperienza.

Andiamo ora a vedere le differenze fra i tre livelli di contrasto su un’immagine. Collocandovi con il mouse sulle immagini, potrete vedere l’immagine originale (un ritaglio di un raw senza regolazioni).

1- Immagine con contrasto globale applicato mediante curve: l’immagine appare più contrastata ma le zone più chiare (i riflessi arancio in alto) sono peggiorate rispetto all’originale.



2- Immagine con contrasto locale applicato mediante maschera di contrasto: l’immagine appare più tridimensionale e meno piatta rispetto all’originale senza però che le zone più chiare siano peggiorate, anzi sembrano anche migliorate! Infatti viene esaltato il contrasto tra triangoli chiari e scuri (locale).



Sopra un confronto tra la foto con macrocontrasto e quella con contrasto locale (per vederla collocarsi col mouse sull'immagine). Si nota molto bene come il contrasto locale sia molto meno aggressivo di quello globale nei confronti delle alte luci. Si nota inoltre, osservando i triangoli in basso, come il contrasto locale vada a contrastare solo una zona vicino ai bordi che separano le lastre di marmo del pavimento.



3- Immagine con microcontrasto applicato mediante maschera di contrasto: l’effetto è diverso dai due esempi precedenti: il contrasto non è aumentato, ma sono usciti molti dettagli non presenti nei precedenti esempi.



Ora possiamo andare ad analizzare separatamente dal punto di vista pratico la postproduzione sui tre livelli d’azione: